Il sorriso dei nostri ragazzi: un bene importante
Proteggere i propri figli è quello che una mamma e un papà fanno quotidianamente: una protezione costante, in tutti gli ambiti nei quali è possibile intervenire senza ledere l’autonomia e l’indipendenza acquisite. In particolare, nel periodo preadolescenziale – tra gli 11 e i 14 anni – i cambiamenti fisici determinano una situazione delicata da un punto di vista psicologico ed emotivo. Lo sport è un buon alleato per combattere le instabilità umorali tipiche di questa fase, ma anche in ambito sportivo bisogna pensare a come “proteggere” i nostri ragazzi.
È noto che in molti sport di contatto, come il calcio, il rugby e il basket, siano frequenti gli scontri e i conseguenti traumi facciali che, soprattutto in giovane età, possono avere esiti molto seri a carico dei denti.
Vediamo come prevenire tali traumi e proteggere la bellezza del sorriso dei nostri figli.
Traumi ai denti da attività sportiva
Durante alcune attività sportive “da contatto” praticate dai più giovani (come tutti gli sport di squadra) o che implicano l’utilizzo di certi supporti “pesanti” (mazze, palle, ecc.) possono verificarsi incidenti tali da compromettere gravemente l’integrità della bocca e dei denti.
In particolar modo, facciamo riferimento agli incisivi centrali superiori (nel 50% dei casi) e laterali superiori (30%), i quali, per la loro posizione, sono i primi a essere esposti, sia nella dentatura decidua che nella permanente. Un trauma a un incisivo può andare dalla semplice scheggiatura di una parte della corona alla completa avulsione del dente intero dal suo alveolo, con conseguenze anche molto serie. I soggetti più colpiti sono di sesso maschile (rapporto 2 a 1) e il tipo di lesione varia col variare dell’età del soggetto. La frequenza dei traumi dentali è alta, e colpisce circa il 20% dei bambini in dentizione decidua e oltre il 15% in dentizione permanente.
Il trauma dentario avviene sempre inaspettatamente e pertanto richiede una terapia d’urgenza, un piano di trattamento congruo e controlli a distanza. Se spesso la ricostruzione del dente o il reincollaggio del frammento staccato risolvono momentaneamente il problema, è altrettanto vero che molto frequentemente i denti traumatizzati hanno reazioni negative anche a distanza di anni (perdita di vitalità, cambiamento di colore, pulpiti, ascessi). In caso di trauma va sempre effettuata dall’odontoiatra una radiografia di controllo per valutare eventuali fratture a livello della radice. È quindi fondamentale rivolgersi prontamente al dentista.
Per questa ragione è fondamentale attuare una prevenzione mirata: i genitori devono ricordare ai figli di indossare casco e protezione orale in qualsiasi attività fisico-sportiva e ricreativa.
Prevenzione dei traumi da sport
Nella maggior parte dei casi possiamo prevenire, o quantomeno ridurre drasticamente, i drammatici esiti dei traumi dentali causati da una determinata attività sportiva semplicemente ricorrendo a un tipo di prevenzione definita “primaria”: l’uso di caschi da protezione, di maschere facciali in funzione del tipo di attività sportiva svolta e, soprattutto, di paradenti professionali consente di proteggere in buona misura la bocca e i denti dei giovani sportivi.
Un dentista pediatrico, specializzato nella cura dei denti dei piccoli pazienti fino ai 16 anni d’età, è in grado di fornire consigli mirati anche in merito al paradenti più adatto da utilizzare per prevenire i traumi causati dall’attività sportiva praticata.
I paradenti. Quali utilizzare?
In commercio esistono paradenti (non preformati) di tipo “industriale”.
Un paradenti industriale non è costruito sull’impronta individuale del paziente, ma viene scelto in base a misure e requisiti standard, per poi essere scaldato in acqua calda e posizionato in bocca per adattarsi alla conformazione dell’arcata dentale.
Questo tipo di paradenti non è molto costoso (poche decine di euro), i materiali sono molto leggeri e la sua funzione anti-trauma non risulta del tutto efficace.
I paradenti professionali, al contrario, vengono realizzati da laboratori specializzati con le impronte rilevate dal dentista sulla bocca del paziente e vengono costruiti con materiali estremamente resistenti (anche fibra di carbonio) che permettono, al momento del trauma, di scaricare il più possibile la violenza dell’impatto.
Prevenzione delle complicanze
Misure di prevenzione secondaria devono essere attuate quando il danno si è verificato e sono volte a limitarne gli effetti nocivi tramite un’attenta valutazione clinica e un corretto trattamento del trauma dentale.
La prevenzione terziaria, di stretta pertinenza odontoiatrica ha, invece, lo scopo di ridurre le complicazioni e provvedere al ripristino della funzione masticatoria.
La prevenzione delle complicanze del trauma si attua con una terapia mirata al recupero degli elementi dentali attraverso:
- tempestività di intervento
- corretta diagnosi e trattamento appropriato
- controlli e monitoraggio a distanza.
Precise linee guida diagnostiche e terapeutiche vengono suggerite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dalla gestione dell’emergenza al post operatorio immediato, fino al controllo a distanza.
“My Doc: Il Dentista dei Bambini”. Più prevenzione per tutti i giovani sportivi
Dalla tempestività dell’intervento, e dalla accurata e completa prima fase – sia diagnostica che terapeutica – in centri specializzati dipenderà per oltre il 90% il buon risultato finale a distanza.
Nei centri “My Doc: Il Dentista dei Bambini”, la rete nazionale e internazionale di studi specializzata in odontoiatria pediatrica, si eseguono attività di prevenzione secondaria e terziaria, grazie all’interdisciplinarietà fra pediatri, medici sportivi e odontoiatri infantili.
Secondo l’approccio del dottor Pierluigi Pelagalli, fondatore del network, è fondamentale anche l’attuazione di idonee misure di prevenzione primaria, con lo scopo di proteggere i soggetti sani: attraverso una corretta informazione veicolata da pediatri, odontoiatri pediatrici, igienisti dentali, insegnanti scolastici e sportivi, nonché dai genitori, è possibile ridurre in modo significativo il rischio di traumi in ambiente sportivo.