L’interesse sempre maggiore del professionista odontoiatra verso i disturbi della postura nasce dall’osservazione che alcune malocclusioni si accompagnano frequentemente a disfunzioni della colonna vertebrale.

I problemi posturali iniziano nella maggior parte dei casi già durante l’infanzia, con l’instaurarsi di malformazioni non corrette in tempo, causa non solo di difetti estetici, ma anche di alterazioni nelle attività funzionali (respirazione, deglutizione, movimento, psicomotricità).

UNA OCCLUSIONE IDEALE

È stato ormai dimostrato da tempo come l’occlusione dentale rientri fra i sistemi coinvolti nel raggiungimento e nel mantenimento di una corretta postura, intesa come condizione anatomo-funzionale che garantisce l’equilibrio, a riposo ed in movimento, con il minimo dispendio energetico e la migliore ripartizione dei carichi tra le diverse componenti.

Una occlusione ideale prevede, in generale, la presenza di tutti i denti correttamente allineati, dei carichi occlusali ben distribuiti e bilanciati e delle adeguate guide canine e incisive che proteggano i denti posteriori nei movimenti eccentrici mandibolari. Laddove questi requisiti non siano soddisfatti, si determineranno delle perturbazioni posturali discendenti che dovranno essere compensate dai “sistemi tampone” rappresentati dai cingoli scapolari e pelvici e dai piedi.

I cingoli sono degli efficaci sistemi tampone posturali ma quando non riescono ad assolvere pienamente tale ruolo sarà la colonna che dovrà farlo, predisponendo il soggetto alla scoliosi.

UN SISTEMA COMPLESSO

Si comprende quindi facilmente come sia sempre più importante considerare il nostro organismo in maniera “olistica”, cioè come un sistema complesso formato da tanti sottosistemi (fra i quali la bocca) che dialogano e si influenzano continuamente fra loro sotto la vigile azione del sistema nervoso centrale.

A tale proposito è stato anche dimostrato, e la nostra quotidiana pratica clinica ce lo conferma continuamente, come ad una determinata occlusione dentaria corrisponda, spesso, un tipico atteggiamento posturale e un determinato appoggio podalico. Ad esempio, nei soggetti con malocclusione di seconda classe e retroposizione mandibolare si osservano forti associazioni con l’incremento della cifosi toracica, rotazione anteriore del bacino e piede cavo. Negli individui con malocclusione di terza classe e prognatismo mandibolare, invece, troviamo di solito una verticalizzazione del tratto cervicale e toracico della colonna vertebrale, una rotazione posteriore del bacino e piede piatto.

Nei soggetti con crossbite e laterodeviazione funzionale, inoltre, spesso troviamo un piede cavo monolaterale e controlaterale alla deviazione mandibolare.

Ancora, nei bambini con grosse beanze anteriori si riscontrano frequentemente anomalie spiccate sul piano sagittale: testa, spalle e bacino in avanti, accentuazione delle curvature fisiologiche della colonna, tendenza al cavismo dei piedi.

Quando la postura è valutata in rapporto al trattamento odontoiatrico di correzione delle malocclusioni,  è interessante notare come, man mano che si ottengono i miglioramenti voluti nell’ingranaggio dentale, la postura ne tragga immediato beneficio.

  • Ad esempio nel trattamento funzionale di un giovane paziente con malocclusione scheletrica di seconda classe con aumentato overjet e labbra non competenti si osservano progressivi miglioramenti dei pattern posturali, specialmente a livello di testa e collo.

L’INFLUENZA DELL’OCCLUSIONE SULLA POSTURA

Per valutare l’influenza dell’occlusione sulla postura è indispensabile eseguire una analisi posturo-stabilometrica su apposita pedana. Questo esame ci fornisce importanti informazioni su come vengono distribuiti i carichi tra avampiede, medio e retro piede, e su dove si collochi la proiezione del baricentro corporeo rispetto all’appoggio plantare. In altre parole, è possibile indagare due importanti informazioni del corpo che si integrano fra loro: strategie posturali e condizioni di equilibrio. Si ottengono quindi informazioni atte a quantificare le oscillazioni posturali del paziente e ad analizzare la strategia utilizzata per mantenere la posizione, studiando l’apporto delle varie componenti del sistema posturale. Questa finalità si persegue apportando mirate modifiche alla condizione basale mediante stimolazioni o soppressioni visive e/o propriocettive (test di Meersseman).

Dall’elaborazione di tali parametri si possono ricavare informazioni relative all’atteggiamento posturale del paziente esaminato.

Già all’età di sette anni, seppure con qualche difficoltà, l’esame può essere effettuato, ed essere attendibile, almeno per monitorare le strategie posturali in atto.

In alcuni nostri centri, si utilizza CORREKTA, un dispositivo avanzato per la valutazione e delle alterazioni della funzione statico-motoria del corpo umano.

E’ composta di una pedana posturale computerizzata. La rilevazione della postura corporea viene effettuata da un sistema computerizzato dotato di un software completo per la valutazione posturostabilometrica.